venerdì 20 maggio 2016

Cosa sono i vini naturali?

Non esiste una definizione univoca di vini naturali, questo è bene sottolinearlo. Generalmente, ed in questo i produttori e le associazioni sono concordi, si intendono vini prodotti a partire da uve coltivate senza l'aiuto di pesticidi, fertilizzanti chimici, diserbanti o altri prodotti di sintesi ma solo con l'aiuto di rame e zolfo, quando e se strettamente necessario, e buone pratiche agricole manuali. A questo va aggiunto un approccio pochissimo interventista in cantina. Cioè? Nel processo di vinificazione, anche per chi si fregia della certificazione biologica, possono essere utilizzati diverse centinaia di prodotti enologici (lieviti selezionati, enzimi, chiarificanti, acidificanti, stabilizzanti, tannini, albumina, gomma arabica, etc).
I produttori naturali ne utilizzano, ma non sempre, uno solo ed in piccolissime dosi: l' anidride solforosa, generalmente sotto forma di metabisolfito di potassio. E' un prodotto che serve in varie fasi ed ha lo scopo, tendenzialmente, di proteggere il vino dall'ossidazione e di stabilizzarlo.
Viene prodotta spontaneamente nei processi fermentativi ma, generalmente e da tempi antichissimi, se ne aggiunge una piccola quantità in alcune fasi critiche della vinificazione (diraspatura, imbottigliamento).

Quindi i produttori naturali lasciano che il vino fermenti coi propri lieviti, in maniera spontanea e non aggiungono altro fino all'imbottigliamento, senza, poi, effettuare filtrazioni o operazioni fisiche e forzature non naturali (osmosi inversa e simili).In questa maniera nel vino troverai maggiormente presente il territorio, l'annata, il vitigno. Il risultato, poi, è di vini molto più digeribili, senza la presenza di residui chimici. Alcune volte troverai qualche difetto ma che dà maggiore personalità ad un alimento, vivo, sano, tradizionale, conviviale

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