Tutto ha inizio nel 1786 a Torino,
quando Antonio Benedetto Carpano, dopo un periodo di studi da
erborista, inventa la formula che dà origine alla categoria
merceologica dei Vermut, miscelando erbe e spezie con il vino
moscato.
La sua bottega era situata proprio di
fronte al Palazzo Reale, e, sicuro della bontà di quel nuovo
prodotto, ne invia una cesta al re Vittorio Amedeo III.
Da qui parte l’immediato successo del
vermut, che fin da subito viene talmente apprezzato dal sovrano da
adottarlo tra
i consumi della famiglia reale.
Si fa generalmente risalire il suo nome
al tedesco Wermuth, cioè “assenzio” (Arthemisia absinthium). Le
vecchie grafie del nome stesso erano Vermouth, Wermouth o Wermuth. Si
vuole che un vino di questo tipo fosse già preparato nell’antichità
dai Romani, sotto il nome di Absinthiatum (o Absinthianum) vinum. Il
primo autore italiano che parli di questo vino è C. Villifranchi
nella sua Oenologia toscana (1773).
Si deve però la sua fama ad Antonio
Benedetto Carpano, il primo che riuscì a replicare la ricetta con le
stesse caratteristiche e gusto nella sua bottega torinese dal 1786.
Per legge il termine "vermut"
è riservato ad un prodotto ottenuto da vino di produzione nazionale
addizionato di sostanze aromatiche e amaricanti permesse.
La gradazione alcolica non deve essere
inferiore al 16%/18% in volume in base alla tipologia.
Gli aromi derivano da:
- foglie o piante intere di artemisia o assenzio (aroma principale prescritto dalla legge n. 108 del 16 marzo 1958, ad esclusione di alcuni tipi destinati all'esportazione), di camedrio, di cardo santo, della centaurea minore, della coca, dell'issopo, della maggiorana, della melissa, del dittamo, del timo, della salvia
- i fiori di camomilla, di luppolo, di sambuco, di zafferano, chiodi di garofano
- i frutti di anice stellato, di finocchio, di coriandolo, di cardamomo, di arancio (cortecce), macis, noce moscata, fava tonka, vaniglia
- le radici di angelica, di calamo aromatico, di enula campana, di galanga, di genziana, d'imperatoria, di ireos, di zenzero, di zedoaria
- le scorze di cannella, di china, di melograno
- il legno di quassia
- il succo di aloe
Oggi ci sono svariate aziende che producono Vermut, da storici marchi italiani come Martini, Cora, Cinzano, Cocchi, Mulassano ad altri in tutta Europa e non solo: Dolin, Belsazar, Yzaguirre, Lillet (solo per citarne alcuni). E' un prodotto dallo stile un po' retrò ma dal forte mordente, di tendenza. Va bevuto liscio, freddo, con la classica oliva o una fetta di agrumi (arancia, limone, pompelmo), o utilizzato per accattivanti cocktails.
Noi del Tirabusciò lo preferiamo liscio, freddo per sottolinearne le sfumature speziate, amaricanti e dolci.
Venite a provarli!
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